Il valore dell’euro è sceso al minimo storico, un dato che non si registrava dal 2002: è sceso sotto quota 0,99, toccando la soglia di 0,988.
Stiamo assistendo ad un forte calo del valore dell’euro. I future sulle borse europee sono calate in seguito all’annuncio di Gazprom di venerdì sulla chiusura del gasdotto Nord Stream 1, per problemi tecnici. Si tratta di una grave situazione che non si verificava dal 2002.
I future cedono sull’indice paneuropeo Stoxx 50 il 3,1%, quelli sul Dax di Francoforte il 3,3% e quelli sul Ftse 100 di Londra l’1,1%. Nel frattempo, per quanto riguarda l’euro, è sceso sotto quota 0,99, toccando la soglia di 0,988.
Gli scambi sono ridotti fortemente all’inizio della settimana, a causa della chiusura della Borsa degli Stati Uniti d’America in occasione del Labor Day. I future sui mercati europei subiscono un calo. Da parte loro, gli investitori continuano a preoccuparsi per i prezzi dell’energia in forte aumento, rialzati anche dalla recente chiusura di Gazprom, la multinazionale russa che controlla la distribuzione del gas.
La chiusura del gasdotto Nord Stream 1 ha causato non pochi problemi. Secondo quanto annunciato dalla multinazionale Gazprom, una perdita improvvisa di petrolio avrebbe bloccato ulteriormente il riavvio del gasdotto, fissato per il 3 settembre.
L’accusa del Cremlino
In tutta questa situazione, Mosca ha lanciato delle nuove accuse nei confronti dell’Europa. Secondo il Cremlino, l’Unione Europea sarebbe responsabile della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 a causa delle pensanti sanzioni inflitte dall’Unione stessa nei confronti della Russia, in seguito al conflitto con l’Ucraina.
«Se gli europei decidono in modo assolutamente assurdo di rifiutare la manutenzione delle loro apparecchiature, o meglio, delle apparecchiature che appartengono a Gazprom, ma che sono obbligate per contratto a revisionare, non è colpa di Gazprom», ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, durante l’intervista di una emittente russa. Nel frattempo l’euro è in crisi: il suo valore non registrava numeri così bassi da ben venti anni. Invece aumenta il prezzo del petrolio con il Brent e il Wti che guadagno oltre il 2%.